La lavagnetta del 5/3/2018

Parliamo della “costanza” nel processo riabilitativo

Nel post su FaceBook della settimana scorsa, eravamo rimasti alle “molte ripetizioni” per avere successo… per dimostrare una mentalitá vincente.

Le “molte ripetizioni”, è sottointeso, devono essere di qualità.

Ma se eseguo molte ripetizioni (di qualità) oggi e poi mi fermo per settimane, il risultato atteso dell’intero processo di allenamento verrà a decadere drammaticamente.

Nella progressione riabilitativa, siano trattamenti diretti, siano esercizi attivi, oltre alla qualità del gesto è molto importante la giusta ripartizione dei carichi di lavoro e di riposo.

Ribadisco il concetto che riabilitazione e allenamento non sono poi così distanti. Anzi, sono l due facce della stessa medaglia, ovvero il miglioramento delle prestazioni di un tessuto, una struttura corporea e/o l’intero organismo.

 

All’ultimo seminario della Scuola Specialistica in Terapia Manuale e Riabilitazione Neuro-Muscolo Scheletrica – GSTM si è parlato proprio di tali aspetti; devo ammettere, con sorpresa, che in questo mi sono risconosciuto immediatamente, proponendo già da tempo l’idea (non scopro nulla in realtà, in Norvegia l’allenamento riabilitativo è nato più di 50 anni fa…) che riabilitare, in un certo senso, non nè altro che allenare i tessuti.

In questo senso, l’esperienza come allenatore mi ha aiutato parecchio nel far incontrare queste due discipline.

L’allenamento riabilitativo, in effetti, è un concetto molto vicino a chi, per formazione e professione (penso a chi possiede la laurea in Scienze Motorie, Isef, ecc), ha a che fare con lo sport ed il fitness.

Allenamento dunque: con attenzione e rispetto dei tempi di guarigione è pur sempre dare uno stimolo adeguato affinchè le strutture possano migliorare la loro performance… tornando ad essere il più funzionale possibile.

Riprendendo il filo che ci porta alla nostra “costanza”, al tema della “lavagnetta del giorno”, possiamo affermare che allenare con metodo significa anche programmare dei tempi adeguati di lavoro/riposo, per permettere all’organismo di rispondere correttamente allo stimolo somministrato con l’esercizio.

Il coinvolgimento, della persona è fondamentale. Far comprendere la finalità dell’esercitazione è condizione necessaria affinché ci sia un ritorno in termini di qualità ed efficacia. Inoltre sarà necessario comprendere da subito quali sono le risorse che possono essere messe in campo, per quanto riguarda l’aiuto dei famigliari da un lato o per quanto riguarda le infrastrutture a disposizione dall’altro. Come dice un mio Maestro. “L’unico limite è la tua fantasia”

Così, se vogliamo riassumere il concetto di oggi possiamo parafrasare l’aforisma di Goethe in questo modo:

“senza fretta” significa che: pause brevi possono essere nocive ed il lavoro potrebbe sovraccaricare le strutture.

“senza sosta” o con “costanza” significa che: pause prolungate non consentono alle strutture di trasformarsi, di adattarsi, vanificando di fatto il lavoro svolto.

Ed allora, nella proposta delle esercitazioni, un ruolo fondamente lo hanno, certamente, gli obiettivi e le modalità di esecuzione, ma ancora più sorprendentemente la vostra volontà!

Sarà difficile eseguire ripetizioni di qualità e renderle “vincenti”, in grado di a guarire, se non si comprende l’importanza di far bene le cose nei tempi stabiliti, con determinazione e senza farsi prendere dal panico se non funzionano immediatamente; I risultati arriveranno, si dovrà calibrare o modulare lo sforzo, rivedere gli obiettivi, ma arriveranno e saranno i migliori possibili.

Il segreto rimane seguire con attenzione e metodo il programma riabilitativo, rispettando i tempi di lavoro, le pause, la qualità.

Lentamente, ma senza sosta.